L’incredibile crollo di Netflix: persi 200.000 abbonamenti nel primo trimestre del 2022

Dopo le gravi perdite degli scorsi mesi ed il fulmineo crollo in borsa, il colosso streaming statunitense vaglia delle nuove alternative per conquistare l’Oriente e battere i competitor

Film e serie tv sono stati, in particolar modo negli ultimi anni, fedeli compagni durante le restrizioni per la pandemia covid ed il lockdown, aiutando milioni di cittadini di tutto il mondo a trascorrere le proprie giornate meno annoiati, sfogliando e spuntando tutto il catalogo online di qualsiasi tipo di produzione. Ben lo sa Netflix, colosso statunitense e tra le piattaforme streaming più seguite in tutto il globo, che ha registrato un vero boom di abbonati durante la pandemia. Grazie ad un’offerta sempre più ampia di produzioni esclusive e serie tv, ha incontrato in meno di un decennio il gusto variegato di numerosi utenti, unendo davanti ad uno schermo, per ore, dai più giovani ai trentenni, passando per le casalinghe o intere famiglie.

Com’è naturale che sia, il mercato si aspettava una flessione dei dati a favore con il ritorno alla quotidianità e le restrizioni della pandemia covid sempre meno stringenti ma ciò che prospettava il futuro era davvero inimmaginabile. Per la prima volta in 10 anni infatti, i dati di Netflix sono in rosso, con una vertiginosa perdita di fruitori che non sembra volersi arrestare. Sono ben 200.000 i membri della community persi nei primi tre mesi dell’anno a causa dei prezzi aumentati a dismisura negli Stati Uniti e nel Regno Uniti. A peggiorare la situazione, anche il ritiro di Netflix dalla Russia all’indomani del conflitto contro l’Ucraina, scelta che ha portato via altri 700.000 abbonamenti. Persino a gennaio, a crollare è stato il titolo in borsa: in una sola seduta, il suo valore è calato del 22% scendendo a 225 miliardi di dollari e bruciando i rialzi di quasi due anni. È la prima volta che accade in più da un decennio, prevedendo un’ulteriore contrazione anche nel secondo trimestre dell’anno. In crescita invece, sono i mercati in India, Giappone, Filippine e Taiwan che non risentono i meccanismi di America ed Europa, così come in America Latina.

Ma cosa ha spinto gli utenti ad abbandonare Netflix? Sicuramente è merito anche dei competitor, che partendo in sordina, si sono messi al passo con un’offerta sempre più ampia, personalizzata, variegata e competitiva. Proprio per questo, ai fedelissimi del colosso statunitense non è proprio andata giù la politica di aumento prezzi, in un momento in cui la risposta del fruitore era stata importante ed a lungo termine. A dare la scossa finale, è stata la condivisione sempre più diffusa degli account famigliari come accade in particolar modo in Stati Uniti e Canada. Ben 100.000 account sarebbero condivisi, minati dal messaggio divulgato da Netflix di verifiche a tappeto nel caso di mancata condivisione reale del profilo nella stessa famiglia. Molto complesso controllare la veridicità delle informazioni divulgate soltanto tramite l’invio di un codice da inserire in uno specifico form ma, infastiditi, molti utenti hanno deciso comunque di abbandonare prematuramente la piattaforma.

Un altro problema del presente di Netflix, è la difficoltà nell’acquisizione di nuovi utenti in particolari zone del mondo, tra cui l’India e l’Oriente, nonostante sia un mercato in costante crescita. Ecco perché il colosso sta studiando delle strategie per riattrarre a sé gli utenti e, soprattutto non perderne di nuovi. In primis ampliare la sua offerta, che sembra ormai non far più gola anche con i classici delle serie tv e le loro nuove stagioni in uscita come Stranger Things e Ozark. Ma la notizia che ha fatto più scalpore, è stata la possibilità, al vaglio dei vertici Netflix, dell’inserimento di annunci pubblicitari in cambio di un prezzo più basso dell’abbonamento. Insomma, un compromesso semplice che potrebbe accontentare le parti. Nonostante ciò, moltissimi utenti preferiscono una visione non interrotta e continua a prezzo pieno piuttosto che numerosi spot ad abbonamenti ridotti, redendo poi la visione di Netflix troppo spezzettata e similare a quella di altre piattaforme video già note come ad esempio Youtube. Provare per credere.

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