Da Elon Musk passando per Jack Dorsey, Pringles e Taco Bell fino a gatti e copertine d’informazione: ogni appassionato vuole aggiudicarsi un NFT da collezione, pronto a sborsare cifre davvero da capogiro
In un periodo storico dove tutto è provvisorio e rimpiazzabile, l’utente è sempre più a caccia dell’unicità, di un prodotto che non possa essere riprodotto, restando nel tempo ininterrottamente autentico. Si basano su questo importantissimo principio gli NFT, meglio noti come non-fungible token, dei particolari certificati che attestano l’autenticità, la singolarità e la proprietà di un oggetto digitale dall’origine più disparata. Sono basati sulla tecnologia blockchain e non possono essere scambiati né copiati. Insomma, un prodotto unico che fa impazzire gli appassionati, alla ricerca degli NTF più curiosi, particolari ed introvabili. Tra coloro che fanno parte di questo esclusivo business anche numerosi personaggi dello spettacolo, imprenditori di caratura mondiale e brand alla ricerca di un asset digitale irripetibile. Proprio per questo, abbiamo selezionato i cinque NFT più originali, che stanno facendo letteralmente impazzire il mondo del web.
Il primo non-fungible token che sposa genio e sregolatezza appartiene a Jack Dorsey, il miliardario co-fondatore e CEO di Twitter che ha messo all’asta il suo primo tweet come NFT. Lo stesso, che risale a ben 15 anni fa, è stato messo in vendita sulla piattaforma Valuables by Cent, specializzata proprio nella cessione di tweet originali “autografati” dai proprietari. Il prezzo del capolavoro in pochissimi caratteri è stato di ben 2,9 milioni di dollari. In realtà, non si tratta di un pensiero filosofico, bensì di uno status alquanto semplice che ha fatto da spartiacque per il futuro del social media: “Sto settando il mio twttr”. Il fortunato ad aggiudicarselo è stato Sina Estavi, CEO di Bridge Oracle e proprietario di Cryptoland. Quasi 3 milioni di dollari quindi conquistati da Dorsey, che li trasformerà in Bitcoin e li devolverà in beneficenza. Chapeau.
Da un bisogno primario, quello dell’uso dei social media, ad un altro che muove la quotidianità di ogni essere umano: il cibo. Anche la notissima catena di fast food statunitense Taco Bell ha ceduto al fascino della vendita di NFT. Nel mirino una serie di GIF e immagini a tema tacos in esclusiva per il marketplace NFT Rarible. Nonostante l’idea alquanto singolare ed originale fosse più vicina ad una strategia di marketing che alla necessità di creare un prodotto digitale unico e irrepetibile, gli stessi non-fungible token sono andati a ruba in soli trenta minuti. Il ricavato da capogiro andrà alla borsa di studio Live Más attraverso la Taco Bell Foundation. Dopo l’immenso successo dell’esordio, è già in programma una seconda serie di NFT a tema, tutti da “gustare”.
Proseguiamo parlando di cibo e di croccantezza, da quella dei tacos a quella delle patatine Pringles. Unicità e personalizzazione le parole chiave degli NFT della nota azienda, che non ha dimenticato le sue radici, emettendo 50 tubi virtuali CryptoCrisp, opera d’arte digitale dall’artista Vasya Kolotusha. Si tratta di un file MP4 1080×1080 che mostra una lattina Pringles dorata che si muove languida, così bella da poter quasi essere incorniciata. A differenza dei casi precedenti, tutti i proventi delle vendite delle 50 opere d’arte create, non andranno in beneficenza, bensì direttamente all’artista.
Cos’è più unico di un’opera d’arte, pronta a diventare un apprezzatissimo NFT. Questa volta non parliamo di patatine ma di volti, uniti, insieme, fino a formare un bellissimo collage. E’ l’idea vincente di Mike Winkelmann, artista digitale americano noto con lo pseudonimo di Beeple, che ha venduto il collage di opere realizzate in 5000 giorni per la cifra record di 69 milioni di dollari, in un’asta battuta da Christie’s. La stessa storica casa d’aste, ha conseguito al contempo anche un personalissimo record: dal 1766, per la prima volta, ha consentito di pagare tramite moneta digitale. Futuristico.
Spostiamoci adesso in Italia, precisamente a Milano, dove l’imprenditore digitale Marco Montemagno ha piazzato su OpenSea il suo NTF: è un badge che descrive come “un oggetto che soltanto un pazzo furioso può comprare”. Si chiama “Monty Badge” ed è un poster grafico dello stesso Montemagno accompagnato dalla nota dicitura. Un esperimento digitale, così come scrive nella descrizione del suo primo NTF e che al momento, non ha ancora ricevuto nessuna nuova offerta. Autobiografico.
Amanti dei gatti, tranquilli: c’è un NFT anche per voi. E’ il famosissimo meme Nyan Cat, che raffigura in 8 bit un gatto con il corpo di un Pop-Tart alla ciliegia lanciando un arcobaleno, acquistato per ben 600.000 dollari. Empatico.
Ce n’è per tutti i gusti, anche per i collezionisti di informazione. E’ proprio il Time, il noto settimanale statunitense fondato nel 1923 ad aver creato delle special edition diventate degli appetibilissimi NFT. All’asta le tre copertine iconiche, che riprendono altrettante domande esistenziali: “Is God Dead?” del 1996, la rivisitazione “Is Truth Dead?” del 2017 e la nuova versione mai andata in stampa “Is Fiat Dead?”. In vendita su NFT SuperRare tramite un’asta, con il prezzo base di quasi 18.000 dollari.
Ha ceduto al fascino NFT anche l’italianissimo Marco Camisani Calzolari, da sempre amante del mondo digitale in qualità di scrittore, professore, consulente, divulgatore ed imprenditore. Ha creato il suo personale non-fungible token ma ne é così geloso e fiero da non metterlo in vendita. Anche in questo caso si tratta di un’opera d’arte che raffigura cinque ombre colorate che si sovrappongono, dal titolo “MCC tricolor NFT art”. L’idea di pubblicizzarla ma non venderla ha fondamenta chiare: “Non voglio speculare per raccogliere soldi ma volendo potrebbe essere messo all’asta e il suo valore crescerebbe con la stessa logica di qualsiasi opera d’arte” ha dichiarato. Spazio ad un ripensamento?
Un visionario quale Elon Musk non poteva non gettarsi nell’avventura NFT rendendola unica e creativa. L’idea era mettere all’asta il suo ultimo singolo techno, che su twitter ha ricevuto ben 13 miliardi e mezzo di visualizzazioni. Ovviamente, è una canzone ispirata proprio agli NFT e dall’omonimo titolo. C’è qualcosa che però che gli ha fatto fare marcia indietro: paradossalmente, lo scorso marzo, mister Musk ha deciso di non vendere più la sua NFT come NFT. Geniale.
Ultimo ma non in ordine di importanza, un particolarissimo NFT di un artista ugualmente creativo ed originale, Bansky. Una sua opera originale è stata bruciata e distrutta in un live streaming che è stato venduto come NFT per ben 380.000 dollari. L’opera del 2006, dal titolo Morons (White) vive nel paradosso: critica infatti il mercato dell’arte raffigurando un banditore d’asta di Christie’s ma è stata distrutta. Il video live dell’account BurntBanksy mostra un uomo mascherato che dà fuoco alla stampa con un accendino. In molti giurano che si tratti soltanto di una trovata pubblicitaria molto furba. Business.