Con l’avvento della pandemia sono mutati stili di vita, orari, metodologie di lavoro ed esigenze dei fruitori riflettendo numerose mutazioni anche nei media, alterandone il futuro e la percezione che ne avrà il consumatore. Tra brand, social media, piattaforme streaming ed eCommerce, chi è disposto a cambiare e chi a confermare le proprie linee guida?
Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è. Questo celebre mantra, si addice perfettamente al lungo periodo che sta vivendo l’umanità, messa ancora e continuamente a dura prova con la pandemia covid che non vuole mollare la presa. Non solo la quotidianità stravolta ma anche stili di vita rinnovati, orari dilatati e la forbice tra domanda ed offerta dei media che si è sempre più dilatata. Nel cambiamento, si assiste spesso infatti ad una selezione naturale: chi ha il coraggio e la capacità di mutare non perdendo radici ed identità ma adattandosi alle nuove esigenze del fruitore, sarà credibile ed avrà un futuro roseo. Chi invece resterà radicato nei principi pre covid ormai superati, è difficile che verrà scelto ancora, per il più clamoroso degli harakiri.
Lo sanno bene i media, costretti a guardare agli effetti a lungo termine del periodo covid, anticipandone le tendenze. Stimolato da un futuro in divenire, il magnate della pubblicità cinese Dentsu International ha incaricato i propri specialisti di identificare i cambiamenti includendo brand, motori di ricerca, social media, piattaforme streaming, eCommerce e molto altro. Si parte proprio dai colossi Google ed Apple, che punteranno su una strategia di eliminazione dei cookie di terze parti, privando la capacità degli inserzionisti a controllare visualizzazione e conversioni nelle metriche chiave. Cambierà così la comprensione dell’atteggiamento del consumatore e l’interazione muterà per restare al passo, coinvolgendo inserzionisti, editori ed ovviamente utenti, tutelandone sempre la privacy. La soluzione è quindi aumentare la vicinanza con il proprio pubblico, così come stanno già facendo Facebook e Twitter, con selezioni di argomenti che interessano maggiormente all’utente base. Una conoscenza sempre più profonda e non banale del proprio fruitore, con il supporto di posta elettronica, i dati di Google Analytics e CRM.
Non solo un utente più esigente ma anche versatile e “ozioso”: se è vero che il covid costringe in casa, è anche vero che il virtuale ha dato una grandissima spinta a far entrare tutto il mondo esterno all’interno del proprio habitat quotidiano. Tra i settori più in espansione negli ultimi 24 mesi infatti, si registra proprio l’eCommerce, con numerosi brand mondiali che hanno lanciato il loro primo shop on line. Tra questi il colosso Netflix, che ha creato un negozio digitale che farebbe impazzire ogni utente, con prodotti di abbigliamento e lifestyle originali e collegati alle serie TV. Insomma, un’operazione di marketing davvero intelligente, sia per far affezionare sempre di più il fruitore ai personaggi delle serie Tv che divora ormai quotidianamente, che per fidelizzarlo ai contenuti futuri come portatore sano del brand nel suo microcosmo. La domanda è lecita: come mai non conoscete lo shop di Netflix? La risposta ahimè è quasi scontata: al momento è disponibile soltanto negli USA. Si spera ancora per poco.
Quando si parla invece di social media e si intreccia ogni assunto alla parola futuro, è impossibile non cedere al fascino del concetto di Metaverso. Ne sa qualcosa Facebook, che per primo ha introdotto l’argomento cambiandosi persino la denominazione in Meta e dando sempre più spazio e fiducia alla realtà virtuale. Tra gli ambiti innovativi preferiti durante la pandemia, c’è lo sport: la costrizione nel non uscire durante il lockdown ha portato numerosi utenti ad abbracciare la consapevolezza di potersi comunque allenare in casa come se si fosse in palestra o all’aria aperta, divertendosi ed in sicurezza. A volte persino in compagnia, con gli amici on line, creando un avatar pronto alle sfide ed alle challenge più dure.
Ed il brand? Nella vasta idea di cambiamento post pandemico, rientrano anche le imprese ed il loro concept, sempre più incentrato sul “corporate citizenship”. Il marchio diventa un vero e proprio cittadino che deve agire per il bene della collettività e con un’ampia responsabilità civile. Tra le mission preferite, quella della sostenibilità: Samsung, Nike e Levi’s, stanno abbracciando concetti per il rispetto dell’ambiente con un aiuto concreto e campagne dedicate. La reazione è quindi a catena: il fruitore si sentirà parte di una community, di un insieme più grande capace di grandi cambiamenti, senza focalizzare che esso stesso ha dato il via al primo mutamento.
Impossibile parlare di comunità senza includere il social media per eccellenza che la ingloba, TikTok: il futuro prevede non solo funzionalità legate allo shopping ma anche contenuti co-creati e challenge per coinvolgere sempre di più l’utente, facendolo sentire parte integrante del mondo dei creator e di ciò che al contempo stanno fruendo. Un ruolo fondamentale sarà ancora quello dell’influencer, che darà importanza, fiducia e lustro al brand, aumentando la nicchia di mercato. L’unica regola è scegliere un personaggio che possa rappresentare in maniera nitida e reale l’identità del marchio, facendola coincidere con la propria. Sempre più spazio sarà dedicato anche ai padcast, scelti da numerosi utenti di svariate fasce d’età sia per il lavoro che per lo svago e l’informazione. Veicolerà il fondamentale concetto dell’omnicanalità, coinvolgendo il pubblico ed accompagnandolo nella sua quotidianità senza essere invasivo. Una comunicazione unica, coerente e sinergica, che possa abbracciare l’utente del passato e rilanciarlo in uno splendido e stimolante futuro.