Influencer Marketing in Italia: la sinergia vincente tra brand e creator

Dall’ultima analisi condotta da ONIM, l’Influencer Marketing resta in ascesa, con percentuali che non hanno mai registrato una flessione neanche in tempo di pandemia. Merito della combo vincente tra brand e creator noti, che veicolano nuovi trend ed engagement investendo budget anche molto importanti

Se c’è un assunto che la pandemia covid ha insegnato in tutto il mondo, è che nei momenti più complicati ciò che si trasforma ed evolve resiste ad ogni cambiamento mentre ciò che guarda al passato senza diventare versatile è destinato ad essere etichettato come obsoleto. Ne sa qualcosa il marketing, che ha dovuto appellarsi negli ultimi 24 mesi a sempre nuove strategie, per abbracciare un pubblico attivo e variegato. In molti credevano che tra le prime vittime sacrificali ci fosse l’Influencer Marketing: invece, contro ogni pronostico, non solo ha resistito all’urto dei cambiamenti ma persino ha iniziato a brillare di una nuova ed imperitura luce.

L’ultima analisi condotta da ONIM e che ha visto impegnati ben 485 professionisti del settore, lascia evincere che il fenomeno è sempre più in ascesa, utilizzando la combo vincente di creator noti e brand ambiziosi. Le percentuali sono chiare: il 53,9% degli intervistati ha attivato questo tipo di progetti ed il 37,3% ha realizzato più di 10 campagne negli ultimi 12 mesi. Chi non ha realizzato progetti di Influencer Marketing ha invece dichiarato di aver avuto due limiti: per il 47,9% il budget ridotto e per il 39,4% la mancanza di un team dedicato. Chi invece ha creduto nel perseguire la sua campagna, ha avuto non solo i risultati sperati ma ben oltre al di là delle aspettative: il 67,5% si dichiara ampiamente soddisfatto, con un’alta probabilità di ripetere quanto prima l’operazione.

Parlavamo del budget, un limite per alcuni ed una grandissima risorsa per molti, avvalendosi di partnership con influencer anche molto noti. Il 49,4% infatti, utilizza creator con una fanbase da 100.000 a 500.000 follower e c’è un 28,9% che utilizza soltanto creator oltre i 500.000 follower. I risultati nel mirino devono necessariamente rispettare il trend sperato, raggiungendo nel minor tempo possibile, tre obiettivi: l’awareness è in cima alla lista dei desideri con il 78,3% insieme al concreto aumento di vendite per il 63,9%, l’incremento della brand reputation per il 47% ed infine, rafforzare il rapporto con clienti e fruitori per il 32,5%. Il tutto, ovviamente, in uno scambio domanda/offerta equo. Se all’inizio del fenomeno le partnership prevedevano gift ed esperienze gratuite in cambio di un’ampia e veloce visibilità, adesso la musica è cambiata all’aumentare delle aspettative. Compito degli influencer è creare sempre di più un brand personalizzabile ed unico, offrendo al creator un ventaglio infinito ed esclusivo di possibilità. Ne deriva quindi, una crescita del compenso per le loro attività: il 71,1% degli intervistati retribuisce da spesso a molto spesso gli influencer di riferimento, con un ritorno totale del budget investito.

Insomma, una sinergia che ha assolutamente tutte le carte in regola per continuare ad essere vincente e che anche in tempo di pandemia, come molti auspicavano, non ha registrato alcuna flessione, allargando persino il bacino di utenza. Se infatti, il social preferito dell’Influencer Marketing è sempre stato Instagram con il 95,2% degli intervistati che lo usa da spesso a molto spesso, crescono esponenzialmente anche le quotazioni di Twitch e TikTok con il 43,4% che li utilizza a volte ed il 26,5% spesso e molto spesso. Il futuro quindi, non può che essere roseo.

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